Ma in che razza di società viviamo?

24/08/2023

Oggi la cronaca di Alghero di un quotidiano Sardo riporta la triste notizia della morte di una giovane donna. Una quarantenne trovata agonizzante in un selciato avvolta in una coperta, in una situazione di estremo degrado, con un secchio utilizzato come vater e circondata da topi.
Una vita condotta da mesi senza un alloggio, tra gli stenti più assoluti.
Il turbamento, il senso di smarrimento che una notizia del genere suscita induce un interrogativo: ma in che razza di società viviamo?
Di fronte ad un episodio così grave e doloroso non si deve fare facile demagogia, ma non si può nemmeno tacere e lasciar correre come se nulla fosse. Non si tratta di accusare qualcuno, ma di sensibilizzare popolazione e amministratori sulla necessità di correre ai ripari, far sì che non si ripeta. La distrazione  l’indifferenza,  la superficialità fanno si che tutti dovremmo sentirci corresponsabili, al di là degli steccati politici e ideologici. Perche la povertà non si nasconde quasi mai, è sempre lì in piena vista. Ma siamo noi a voltare lo sguardo.
Una comunità è tale se c’è mutuo sostegno e solidarietà. Una comunità che per negligenza o semplice distrazione lasciasse morire di stenti senza scandalizzarsi, senza addolorarsene e soprattutto senza attivarsi per impedire che possa mai più verificarsi qualcosa di simile, non potrebbe più definirsi tale.
Questo triste fatto di cronaca induce fortemente a riflettere sui pericoli dell’incipiente isolamento sociale e del progressivo venir meno delle reti di protezione familiari. Ciò rende necessaria ancora una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni cittadine.
 I Servizi sociali devono essere proattivi.  Per amministrare bene non basta conoscere il territorio dal punto di vista geografico e urbanistico. Occorre anche conoscenza del territorio sociale e umano. Bisogna avere il polso della situazione, rafforzando la 
rete degli assistenti sociali, allacciato sinergie con educatori di strada,  parrocchie,  associazioni culturali e sportive.
Inventare sportelli d’emergenza sociale. C’è molto da fare, se se ne hanno sensibilità e volontà. 
Perché le cose, senza reddito di cittadinanza e senza una legge sul salario minimo non possono che peggiorare.

Mario Salis, Segretario PD Alghero